CON LA PERDITA DELL’UDITO COSA SUCCEDE?
Nelle prime fasi della perdita dell’udito normalmente vengono compromesse le frequenze acute e con esse il soggetto inizia a non percepire più alcune consonanti (come f, s, p, t); questo porta ad un peggioramento della comprensione del parlato.
A volte con la perdita uditiva appaiono altri sintomi che possono rivelarsi molto più fastidiosi della stessa perdita uditiva. Parliamo in particolar modo degli acufeni o tinnito, la sensibilità al rumore (iperacusia) o anche fenomeni vertiginosi.
Quello che si deve tenere in considerazione è che una ipoacusia non trattata, prima o poi, potrà avere effetti sulla qualità di vita della persona interessata, con maggiori rischi anche di insorgenza di patologie neurodegenerative come demenza senile e Alzheimer. Per la persona affetta da ipoacusia seguire le conversazioni diventa una cosa stressante; questo la indurrà a limitare e poi evitare i contatti sociali, fino a chiudersi sempre più in se stessa.
Molti studi scientifici hanno dimostrato che la probabilità di ammalarsi di demenza senile è maggiore fino a cinque volte per una persona con deficit uditivo rispetto al normoacusico o alla persona che utilizza ausili uditivi.
Come intervenire?
La prima cosa da sapere è che non esiste la pillola magica. Una volta che le cellule ciliate, fondamentali nel processo uditivo, si sono danneggiate non possono essere in alcun modo rigenerate. E quindi come intervenire?
In attesa che in un futuro gli studi sulle cellule staminali possano venire in aiuto, possiamo, in maniera assolutamente sicura, affidarci alla competenza di un ottimo professionista dell’udito. Avvalendosi della sua esperienza e professionalità e con l’aiuto di un idoneo ausilio uditivo, potrà condurci per mano in un percosso di riabilitazione uditiva, che sarà personalizzato per ogni singolo paziente.